Oggi abbiamo il piacere di ospitare nel nostro blog una nostra simpatica amica e collaboratrice: la fotografa Rita Solinas. Rita segue ormai da quasi tre anni le nostre iniziative fotografando con maestria ogni singolo momento.
Ecco di seguito la breve intervista che ci ha rilasciato.
Umberto Buffa e Luigi Serra
Ciao Rita, ci racconti come è iniziata la tua passione per
la fotografia?
Mio padre era un bravo fotografo amatoriale che sapeva anche
sviluppare le pellicole, ma, soprattutto, faceva apparire le immagini da un
foglio bianco. A me bambina piaceva nascondermi nella camera oscura e guardare
quella magia.
Che cos'è per te la fotografia e cosa rappresenta?
La fotografia per me è un modo per raccontare
delle storie, congelarle in uno scatto che può fissarle per sempre.
Regalaci qualche aneddoto della tua vita !
Da bimba avevo tre grandi passioni: fare da
modella per mio padre, cantare a squarciagola e ricopiare le storie a fumetti
che leggevo ne “Il Giornalino” che ogni domenica mi regalava la mia nonna
paterna. Un giorno, dopo aver dipinto su un piccolo rettangolo di compensato
una pianta di girasole, scesi in strada e fermai una ragazza che forse
intenerita dalla mia sfacciataggine mi acquistò quel quadretto.
A parte fotografare sappiamo che ami cucinare, è vero?
Si è vero, mi piace molto cucinare risotti e sformati di
verdure.
Hai mai visto un film più di una volta? Se si quale?
Si, ho visto diversi film e tutti di genere diverso, da
quelli di “Don Camillo” a film più impegnati come “Le vite degli altri” e “Il
buio oltre la siepe”.
Le donne dei fumetti spesso rispondono a una serie di
stereotipi maschili (e in alcuni casi maschilisti) dovuti al predominio di
autori e lettori uomini, ma ti senti più vicina a Diabolik o a Eva Kent?
Premesso che Diabolik era uno di quei fumetti che leggevo da
piccola, quando tornavo dalle vacanze dai nonni materni e lo ritrovavo a casa,
non ricordo di aver mai avuto preferenze per l’uno o per l’altro personaggio,
mi piacevano entrambi allo stesso modo. Mi ha sorpreso semmai scoprire ormai
grande la storia di quel fumetto e scoprire che era stato creato da delle
donne.
Quale personaggio della storia avresti voluto fotografare?
Forse Giovanna D’arco.
Ormai da qualche anno segui tutti nostri eventi, ma cosa ti ha attirato del mondo del fumetto?
La possibilità che si ha di creare storie e personaggi che
prendono vita, sia attraverso le trame che crea lo sceneggiatore che quello che
vede il disegnatore, non so come spiegarlo se non usando la parola magia.
Come definiresti Luigi Serra e Umberto Buffa?
Due abili alchimisti come Fulcanelli e Canseliet.
Sappiamo che ti piace scrivere, che genere?
Spazio dai racconti brevi di bambini al genere gotico e
misterico, ma soprattutto racconti.
Quale è la cosa che non dimentichi mai di mettere nella
borsa a parte la macchina fotografica?
… le chiavi di casa!
Sappiamo che hai una grande passione per i
gatti ci racconti qualcosa ?
Sotto casa mia si è formata una piccola colonia di gatti
nati un anno fa che mi hanno praticamente adottato.
Tra di loro. uno in particolare, bianco e nero, sin da
quando era molto piccolo si è sempre distinto per il coraggio, venivano spesso
lasciati soli dalla loro madre e lui quando aveva fame miagolava forte per ore
per farsi sentire.
C’era anche Calimero, una splendida gatta color miele chiaro
con una macchia bianca sulla schiena a forma di stella, lei faceva parte del
primi che sono nati, tutti color miele da una mamma con il pelo scuro, un suo
fratello fu investito sotto i miei occhi e dal giorno lei che era inseparabile
da lui si è isolata sino a quando non l’ho vista più, temo sia morta di
crepacuore.
Qual è il tuo sogno nel cassetto ?
Poter fare delle mie passioni un mestiere, poter mostrare la
mia visione del mondo che mi circonda attraverso la fotografia, la scrittura e
anche la grafica, insomma diventare una narratrice multimediale.
Per chiudere fatti una domanda a piacere!
Quando hai iniziato a scrivere, cosa ti
ha fatto scattare quella molla?
Un estate improvvisamente i miei amici erano tutti andati
via, mi sono ritrovata sola e per passare il tempo mi misi da prima a leggere,
ma ogni cosa che avevo tra le mani non mi entusiasmava, allora iniziai a inventare
storie che mi sarebbe piaciuto leggere.
Cosa
pensi dell’intervista?
Anni fa ho avuto modo di parlare dei
miei racconti, ma ancora nessuno era riuscito così bene a descrivermi
attraverso delle domande così personali eppure semplici.
E’ stata una bella chiacchierata con
voi che sapete leggere così bene l’anima delle donne.